“A Màschira 2017” – Incontro di tradizioni –
È tempo di Carnevale… È tempo d’A Màschira.
“A Màschira” Carnevale Cattafese con la sua figura tipica dello Scacciuni è una manifestazione che vuole rievocare con balli, musica usi e costumi la cacciata di un’orda di pirati saraceni da parte degli antichi abitanti del vecchio casale di Cattafi avvenuta intorno ai primi anni del 1500.
Tante le novità…
Quest’anno “A Màschira” si veste di storia e tradizione, per le vie di Cattafi, domenica 26 febbraio sfilerà il gruppo storico “A Màschira” insieme ad altri gruppi legati dalla tradizione del carnevale provenienti da diverse regioni d’Italia.
Saranno presenti infatti nella sfilata le Maschere di Tricarico provenienti da Tricarico in provincia di Matera, i Polëcënellë biellë e brutte provenienti da Alessandria del Carretto in provincia di Cosenza e dal Piemonte i Virà e le loro ghironde.
Chi sono i nostri ospiti…
Le maschere di Tricarico
All’alba del 17 gennaio, giorno in cui i cattolici ricordano Antonio Abate, il santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del santo e che per l’occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da parte del prete.
Lo stesso rituale è osservato dalla “mandria”, prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni. Tricarico viene, così, svegliata dal suono cupo dei campanacci. La sfilata delle maschere si ripete l’ultima domenica prima della chiusura del carnevale.
Le maschere delle mucche e dei tori che rappresentano quindi una mandria in transumanza, sono impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). I partecipanti mimano l’andatura ed i movimenti degli animali, comprese le “prove di monta” dei tori sulle mucche.
Il carnevale di Tricarico (MT), è una delle manifestazioni più importanti della regione Basilicata. -Tricarico e le sue maschere nel 2009 sono entrate a far parte della FECC, Federazione Europea Città del Carnevale (Federation of European Carnival Cities) e insieme ai carnevali di Putignano, Crispiano, Villa Literno, Castrovillari, Misterbianco, è membro fondatore della Rete dei Carnevali del Sud Italia.-
Polëcënellë biellë e brutte
La loro antica tradizione racconta la storia del fidanzamento ufficiale, dell’ingresso in casa dell’amata del giovane pretendente, che per l’occasione si agghinda di tutto punto per fare bella figura; appunto il “polecenelle bielle” e, come suo primo dono, portava “u scriazzë”, un bastone di legno inciso da falegnami locali, sulla cui cima ci sono dei pon pon di lana colorati.
La figura dei belli incarna l’apollineo, l’impulso alla bellezza.
Guidati dalla figura “du gëgandë”, la maschera più alta e bella, che raduna tutti gli altri, si muovono in corteo verso la casa della sposa. Il suono dei loro campanacci ne indica il loro arrivo, campanacci che vengono resi muti durante il ballo. La danza dei belli è una tarantella posata e lenta, i passi sono ben legati al terreno e in alcuni momenti la terra viene percossa quasi a volerla risvegliare.
L’elemento più particolare del loro costume è il copricapo, un’artificiosa costruzione artistica, abbellita da nastri colorati, piume, coccarde coloratissime, medaglie, medaglioni, fazzoletti ricamati e addobbi vari, la cui peculiarità è lo specchio sul davanti, a significare che se anche la maschera nasconde il volto, la realtà non sfugge a chi la anima.
Poi ci sono i brutti, la controparte dei belli, rappresentano la disorganizzazione, il caos, il frastuono. Entrano in scena appena i belli vanno via, le due figure non entrano mai in contatto ne visivo ne fisico.
Virà – Le ghironde delle Alpi.
Sono un gruppo di musicisti provenienti dal Piemonte, suonano degli strumenti molto antichi la ghironda (o gironda) che è un cordofono a corde strofinate da un disco, di origine medievale.
Gemellaggi tra antiche tradizioni che si perdono nel tempo Vi aspettano quest’anno a Cattafi il 26 febbraio.
Dalle ore 14,30 il corteo muoverà per le vie del paese con musica, balli, tradizioni e, a conclusione la “Fagiolata in Piazza”, esposizione di artigianato locale e tanta… tanta allegria e divertimento con “I Cabbunari di Saponara”.